Diabete Sommerso Monte Conero
“Un esperienza mozzafiato”
Le immersioni subacquee, sia in apnea che con autorespiratore, sono da sempre state considerate precluse per le persone affette da diabete mellito, rientrando costantemente nelle liste delle attività non consentite, insieme ad altri sport definiti “estremi”, come l’alpinismo, l’automobilismo, il volo.
In realtà una esclusione indiscriminata di questo tipo, risultato di una convinzione tuttora diffusa anche in ambienti qualificati, non pare realmente giustificata sul piano scientifico, ed è oggi sottoposta ad un’attenta riconsiderazione.
Mentre in altri Paesi negli ultimi anni si è registrata su questo argomento una aumentata sensibilità da parte sia della comunità scientifica che delle principali organizzazioni professionali subacquee, in Italia il problema è stato finora sostanzialmente ignorato. Ciò ha comportato, in pratica, il mantenimento del “tabù” tradizionale, con il risultato che il giovane diabetico o non pratica attività subacquea, o lo fa nascondendo la propria condizione, con i rischi connessi alla mancanza di una preparazione e di un addestramento adeguati. Del resto, è convinzione diffusa che le dimensioni del problema siano notevoli, anche se poco conosciute: in uno studio del 1993, la Divers Alert Network (DAN) aveva riportato fra i suoi 115.300 membri la presenza di 164 subacquei diabetici, per un totale di oltre 27.000 immersioni, svoltesi senza complicazioni mediche di rilievo.
Sempre negli anni ‘90 erano stati pubblicati alcuni studi preliminari su piccole casistiche, evidenziando come, in condizioni controllate, soggetti con diabete insulino-trattato possano immergersi in sicurezza. Un nuovo studio del 2004 proveniente dalla DAN, relativo a oltre 1000 immersioni in un gruppo di 83 subacquei diabetici, ha poi documentato la possibilità di controllare i livelli glicemici, evitando marcate escursioni ipo- e iperglicemiche, basandosi su norme di comportamento di facile applicazione. A conclusioni analoghe sono poi giunti altri autori negli ultimi anni.
Nasce un anno fa questa idea e non sono io ad inventarmela ma Andrea Fazi un socio del Centro Sub Monte Conero , infermiere presso il 118 dell’ospedale di Senigallia .
Casualmente ci incontrammo in un negozio e mi disse , ho bisogno di parlarti ma mai mi sarei aspettato di sentire quello che sto per raccontarvi.
Senti Marco , mi dice, io avrei un desiderio vorrei portare sott’acqua i diabetici e solo tu ci puoi riuscire !!
Sinceramente la cosa non mi sconvolse più di tanto , anche perchè penso sempre che andare sott’acqua fa bene al cuore e all’anima oltre che agli occhi alla mente al fisico e all’umore , per me in quel momento, non conoscendo la materia mi sembrava fosse una bella cosa da fare per far si che anche altre persone potessero condividere la nostra passione non mi importava chi fossero o se avessero dei problemi legati alla subacquea, potevo dare ancora una volta fondo alla mia voglia di divulgare questa attività che amo così fortemente !!
Il bello però doveva ancora cominciare e quindi gli risposi perché no, tu procedi informati ed io ti darò tutta il supporto professionale che ti servirà !
Così ci lasciammo , ma dentro di me era quasi evidente che questa cosa sarebbe potuta rimanere un bel sogno come mille altri in passato, mai realizzati.
Col passare dei giorni però capii che non si trattava di una cosa detta e basta , Andrea voleva fortissimamente fare questa cosa e mi spingeva perché io gli mettessi a disposizione le mie conoscenze per far partire la macchina, ed allora ho cominciato a pensare che da li a poco sarebbe stata una delle mie occupazioni primarie dei mesi a venire.
Dissi ad Andrea di contattare Alessandro Marroni presidente del DAN EUROPE a mio nome e di sentire cosa ne pensasse lui , la risposta fu fulminea ed entusiastica , cavolo, le cose si complicavano ora non avevo più solo una persona che mi spingeva ma due ed uno di questi era l’amico Alessandro persona che stimo e che mi aiutato in altre occasioni in passato .
Email su email e la notizia è che in Italia c’era già chi aveva fatto questa esperienza stilando addirittura un protocollo e dettando le regole per far immergere i diabetici, questo signore poi rivelatosi ai miei occhi un vero “Angelo” era il primario di Diabetologia dell’ospedale Niguarda di Milano il Dott. Matteo Bonomo.
Nel frattempo non so come e da dove sia uscita fuori, comparve nella mia vita la persona che poi è stata la vera anima di questo evento e si chiama Laura Cingoli che è il motore pulsante dell AFAID (Associazione Famiglie con Adolescenti Infanti con Diabete).
Laura ha subito capito l’importanza di questo progetto e non ha più mollato il colpo nemmeno per un minuto ci ha guidato e supportato con consigli e idee, oltre che con la sua costante presenza rassicurante e fattiva.
Tutti insieme convocammo una conferenza stampa a Numana presso la sala consiliare del Comune dove intervennero tante persone con diabete e non, tutti curiosi di capire cosa stavamo facendo, ed il progetto venne chiamato “Diabete sommerso Monte Conero”.
Per la cronaca molte di queste persone che ci hanno applaudito allora, poi sono sparite nel nulla o si sono tirate indietro quando c’era da prendersi qualche responsabilità ma il nocciolo duro ha tenuto botta e siamo arrivati alla fine con entusiasmo e vera soddisfazione.
Ora c’era da trovare chi volesse fare il corso e mettersi alla prova, ed allora fu indetto un incontro con dei ragazzi dell’associazione, incontro nel quale io avrei dovuto spiegare loro cosa è la subacquea e perché BISOGNA andare sott’acqua.
Laura era sicura che le mie parole avrebbero centrato il cuore di questi giovani ragazzi e che si sarebbe partiti per l’avventura.
È fu così bla bla bla, diedi il meglio di me ma soprattutto alla fine del pranzo il vero colpo di genio, li obbligai ad indossare l’attrezzatura ed ha provare questa emozione.
Il gioco era fatto avevamo i nostri corsisti con Diabete , ma ancora non sapevo che sarebbe stata l’esperienza professionale più bella della mia vita di istruttore.
Chiara, Susanna, Cristina, Lorenzo, Giovanni e Carlo avevano il loro manuale in mano, il loro nuovo appuntamento per la prima lezione e si stavano allontanando dal Diving sorridenti e perplessi di quanto gli era appena successo , si ritrovavano iscritti ad un corso subacqueo, del quale solo un paio d’ore prima non sapevano assolutamente nulla !!
Il resto è spettacolo puro la prima lezione fu con Matteo che venne da Milano a dire a tutti noi profani perché SI al diabete in immersione, a seguire i primi passi in piscina ad analizzare le loro glicemie ed a correggerle se necessario a spiegare loro che con quei parametri glicemici con i quali alcuni di loro avevano cominciato l’avventura non sarebbero andati da alcuna parte e che dovevano mettersi in riga e che ……………… mille altre cose .
Quando non poteva venire Matteo, c’era Federico Bertuzzi a darci una mano, un altro luminare della diabetologia Milanese che ha sottratto volentieri ore di vacanza alla propria famiglia per metterle a disposizione del progetto.
Dentro di me dicevo che tutte queste cose li avrebbero potuto far recedere dalla decisione, ma ne contempo, anche noi li spingevamo a migliorare la loro situazione spiegando e rispiegando che ne veniva tutto a loro vantaggio non solo per la subacquea ma soprattutto per la vita quotidiana.
Voi non ci crederete ma questi ragazzi ci ascoltavano e mano a mano che passava il tempo le cose miglioravano sempre di più .
La subacquea stava ancora una volta facendo il miracolo, le piscine si susseguivano e la loro consapevolezza cresceva, la maschera l’erogatore l’assetto ………e loro erano sempre più convinti di fare questa esperienza non solo per loro stessi , ma anche per tutti coloro i quali , con diabete , e amanti degli abissi credevano che non sarebbe mai venuto il loro momento, e invece SI !!!
Stavano aprendo la strada stavano dando una spallata ai pregiudizi all’ignoranza e questo ci rendeva tutti orgogliosi.
Nel frattempo il Dan (grazie a Massimo Pieri) ci aveva educato sul da farsi per raccogliere in un database scientifico i dati di questo progetto, cosa fondamentale per il futuro di questa patologia abbinata alla subacquea.
Abbiamo quindi scritto le glicemie, le correzioni di cibo e le unità di insulina fatte oltre i dati delle immersioni e Chiara “la perfetta segretaria” ha inviato sempre diligentemente i dati al centro di raccolta .
Questi dati serviranno per aggiornare e migliorare quel famoso protocollo che il buon Matteo aveva in tempi precedenti già stilato e che è stato ed è il nostro vangelo diabetico/subacqueo sino ad ora.
Poi sono arrivati i giorni strani , quelli dove qualcuno avrebbe voluto mollare per piccole difficoltà pratiche, per il rapporto non idilliaco con l’acqua o perchè assalito da mille esami medici da fare , alcuni anche molto rompiscatole e che modificavano il normale equilibrio raggiunto con il proprio diabete e consolidato da tanti anni dai ragazzi .
Sorvolo poi sul fatto che molti medici si solo tirati indietro quando c’è stato bisogno di loro cosi come sorvolo sulle motivazioni, ma esprimo il mio modesto parere di uomo cinquantunenne : avete perduto un enorme occasione , quella di dimostrare la vostra sensibilità e la vostra forza, l’augurio è che nel prossimo futuro quello che è stato fatto da vostri colleghi più coraggiosi e da questi ragazzi vi serva di esempio !!
Ed ecco comunque che dopo due mesi è arrivato il giorno fatidico, quello dell’esame, quello in cui tutti gli sforzi fatti hanno il loro valore, quello in cui ci siamo sentiti un’unica cosa , l’acqua ci ha avvolti e ci ha stretti a se e la felicità è stata incommensurabile .
Ho fortissimamente voluto che tutto ciò si svolgesse all’alba di un bel mattino di fine Agosto per dire al mondo intero che era sorta l’alba di un nuovo giorno per la subacquea tutta !!
Ma durante questi mesi defilato in un angolo quasi come se non esistesse, silenzioso, ma attento osservatore di quello che stava accadendo c’è stata anche un’altra persona, ed infatti. quel fatidico giorno , Cesare il marito di Laura non potendo esser dei nostri , ha voluto mandarci da lontano il suo contributo e quello che ha scritto alle 6.30 del mattino dal suo studio di Milano ha dell’incredibile: è realmente nei minimi particolari quello che è successo a noi che lo vivevamo attimo per attimo segno evidente che pure ai margini lui era stato sempre con NOI..
“Ho aperto gli occhi e sul soffitto l’ora proiettata dalla sveglia indicava le 6 e 29, solitamente mi giro dall’altra parte e continuo a dormire. Stamattina è stato impossibile, come ho richiuso gli occhi ho cominciato a sentire l’odore del mare e il rumore della barca che scivola nel mare calmo come se fluttuasse nelle nuvole, quasi che sotto la chiglia scorresse olio e non acqua. Di colpo mi sono trovato seduto sul bordo del gommone a guardare tutti voi che silenziosi e assorti ammiravate il miracolo mattutino del sorgere del sole, concentrati per l’ultima missione di una avventura bellissima. Cullato dal procedere dalla barca ho cominciato a sentirmi incluso nella stessa vostra bolla magica. Ho percepito il legame della condivisione di un percorso comune bello e significativo. Discretamente, immeritatamente mi sono unito a voi. Ho sentito la vostra gioia interiore, la vostra commozione per lo spettacolo della natura, la vostra soddisfazione per il raggiungimento di una meta importante che sembrava così difficile. Ho visto il viso di Marco orgoglioso e fiero della sua truppa, il sorriso raggiante di Laura, ho sentito la soddisfazione di Matteo per un altro obbiettivo raggiunto, la contentezza di Carlo per aver realizzato il sogno della sua giovinezza, la meraviglia di Cristina, la pace interiore di Chiara per aver ucciso il mostro, l’esaltazione di Susanna, il piacere di Giovanni di aver fatto così bene una cosa tanto diversa dal solito, la tranquillità di Lorenzo per un’esperienza che lo ha messo in contatto con la natura che tanto ama. E poi ho sentito scorrere dentro me il sentimento del legame che vi stava accumunando tutti in quel gommone e ho pianto di gioia per voi e di tristezza per me che non ero lì a condividere ogni minima cosa. Alla fine vi ho visto sparire sott’acqua, ho seguito le vostre bolle mentre scendevate a piazzare sul fondo del mare la bandiera della vostra conquista.
Ho riaperto gli occhi e l’emozione provata ha trasformato per un attimo il rosso freddo dei led di televisioni, decoder, sveglie e altro ancora, nello splendido e caldo rosso del sorgere del sole.”
Un abbraccio affettuoso e caldo a tutti Cesare
Grazie a tutti quelli del mio staff che hanno fatto si che si realizzasse questo sogno bellissimo, in particolare all’impagabile Martina il mio braccio destro nell’insegnamento a Mauri con la sua voglia di esserci a tutti i costi e a Scossa prezioso amico di mille imprese.
Per la cronaca siamo appena ritornati dalle isole Tremiti con ancora negli occhi il blu dell’acqua, nelle orecchie il rumore del nostro respiro e nel cuore la felicita di avercela fatta !!!
Tutti coloro che leggeranno questa mia , mi raccomando facciano in modo che questo lavoro non vada sprecato !
Marco Giuliano